25 March 2012

Controllo di Gestione: dal feedback al feedforward

Al Controllo di Gestione non sempre è attribuito un significato univoco, in quanto la letteratura lo associa spesso ad un’attività, mentre, in altre occasioni, lo assimila ad un processo, lasciando aperti spazi di interpretazione su ciò che rappresenta all’interno di un’Organizzazione pubblica o privata. L’obiettivo che si propone questo lavoro non è quello di contribuire ad alimentare il dubbio, fornendo definizioni di comodo per consentire l’utilizzo indiscriminato di un concetto specifico o uno più generale. La finalità sarà quella di far scemare quella sensazione di disorientamento che si percepisce ogni volta che si affronta una questione, calandosi nel contesto di riferimento per decifrare argomenti complessi o ritenuti tali. Quindi, il dilemma se considerare il Controllo di Gestione un’attività oppure un processo chiama in causa un approccio risolutivo che fa perno sulla cosiddetta “tecnica del gambero”, iniziando lo studio dal traguardo che si vuole raggiungere per risalire alle origini dell’interrogativo. In questa direzione non sarà difficile scoprire che il Controllo di Gestione si può interpretare sia come attività, sia come processo, con una sottile linea di demarcazione tra le due espressioni. In prima istanza, consiste in un’attività indirizzata alla verifica del raggiungimento degli obiettivi preventivamente assegnati, attraverso l'esplosione delle diverse operazioni, per collegare tra loro propositi apparentemente divergenti. Inteso in questo modo, l’attività consiste nello sviluppo di analisi “micro” per indagare nel dettaglio le variabili che influenzano i singoli interventi da svolgere. L’impatto che l’attività di controllo avrà sulla Struttura organizzativa dell’Ente sarà, prevalentemente, orizzontale o verticale, interessando tutti i meccanismi che, all’interno di ogni Unità Operativa, sono legati tra loro da ingranaggi burocratici. Nel secondo caso, si identifica in un processo orientato a rendere disponibili informazioni alla direzione politico/amministrativa, affinché possano essere assunte decisioni mirate al raggiungimento degli obiettivi di programma. Il processo, però, dovrà essere disgregato in un insieme di attività, per individuarne i punti di contatto e coordinarle al fine di eliminare ridondanze, ripetizioni e sprechi di risorse. Codificato secondo questi criteri, dal processo discendono analisi “macro” per studiare i comportamenti che sono alla base delle azioni che sfociano in attività. Gli effetti che il processo di controllo manifesterà sull’impianto organizzativo dell’Ente sarà, prevalentemente, trasversale, andando ad incidere su tutta l’impalcatura procedimentale che sostiene l’attività amministrativa. In sintesi, è opportuno precisare che l’attività non è altro che un sottoinsieme del processo e, pertanto, può essere lecito utilizzare indifferentemente entrambi i vocaboli. L’unica precisazione che occorre fare è che, nel primo caso, l’attenzione si concentra su una porzione della Struttura organizzativa, mentre, nel secondo caso, il riferimento è all’intera dimensione. Fatta questa premessa, di natura terminologica, quando si affronta la questione del Controllo di Gestione è interessante analizzare il tipo di modello che si intende applicare all’interno dell’Ente Locale. Infatti, modificando il tipo di approccio, differente potrà essere sia l’utilità dei risultati che fornisce, sia l’impiego delle informazioni prodotte. In passato, il Controllo di Gestione era inteso come attività/processo finalizzato ad un’indagine da sviluppare in sede consuntiva (o ex post):
a)  analizzando i risultati ottenuti;
b)  operando confronti tra dati previsti e ottenuti;
c) indagando le cause che hanno provocato le divergenze, con l’obiettivo di adottare accorgimenti per evitare il loro ripetersi in futuro.
L’approccio “storico” al Controllo di Gestione trova giustificazione nel comportamento degli operatori e trae origine dalla teoria dei rinforzi (o del condizionamento operante), che è alla base del processo di apprendimento continuo. In altre parole, si processano, per ogni decisione, le conseguenze derivanti, che possono essere:
a)  positive, quando fortificano la decisione iniziale, che sarà ripetuta;
b)  negative, quando indeboliscono l’originaria decisione, che sarà, quindi, abbandonata.
In entrambi i casi, gli effetti prodotti dalla decisione adottata “rinforzano” (positivamente o negativamente) le future scelte per realizzare medesimi obiettivi, materializzandosi in formazione (tramite apprendimento) e migliorando il procedimento amministrativo. L’approccio “attuale” al Controllo di Gestione ha, invece, natura continua, nel senso che le informazioni che si rendono disponibili sono monitorate costantemente per:
a)  verificare il percorso di avvicinamento agli obiettivi prefissati;
b)  adottare eventuali accorgimenti per riportare la situazione sotto controllo;
c)  valutare l’opportunità di spostare il bersaglio;
Il punto di forza di questo modello è rappresentato dalla concomitanza delle decisioni agli eventi che si verificano, ma presenta la debolezza di organizzare la gestione per “priorità rincorse”. In altre parole, si tende a lavorare sempre in situazione di emergenza, con il rischio che, essendo assente la fase di studio preventiva, l’improvvisazione del momento contagi la fase istruttoria del procedimento amministrativo. In futuro, il Controllo di Gestione garantirà il successo delle politiche organizzative se considerato attività/processo da sviluppare in sede preventiva (o ex ante):
a)  indagando e processando le decisioni da adottare;
b)  diversificando le analisi prospettiche sugli scenari possibili;
c)  governando a priori la dinamicità delle variabili in gioco.
L’approccio “futuro” al Controllo di Gestione prende spunto dalla teoria di PAVLOV (o del condizionamento classico), ossia concentra l’attenzione sugli stimoli (eventi) che possono influenzare il comportamento decisionale e non sulle conseguenze indotte dall’azione. La novità del modello prevede l’abbandono di quei meccanismi obsoleti per assumere le decisioni, impostati sul feedback e orientati ad una gestione per “priorità rincorse”, per consentire l’impostazione del processo decisionale in ottica feedforward, governando le attività per “priorità trascorse”. L’impatto benefico del Controllo di Gestione all’interno dell’Ente Locale interesserà:
a) la struttura organizzativa, che dovrà essere disegnata in modo da governare (e non gestire) le variabili in gioco, consentendo il miglioramento continuo della gestione. Occorrerà analizzare le criticità e ridefinire i procedimenti amministrativi secondo un’ottica globale, proiettandoli, successivamente, in ambito locale;
b) i sistemi informativi, che dovranno essere affiancati da quella che oggi è considerata la risorsa più importante: il capitale intellettuale. Sarà incrementato il tasso di informazione circolante, migliorando così la comunicazione interna.
Un sistema progettato in questo modo costituirà un vantaggio competitivo per l’intera Struttura, essendo in grado di affrontare con serenità il caos organizzativo che impedisce all’Ente Locale di coniugare efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa, garantendo il pieno soddisfacimento dei bisogni dei Cittadini. Non saranno necessari ulteriori investimenti in strumenti informativi sofisticati, in quanto quelli esistenti potranno essere integrati e supportanti dalle abilità in possesso del capitale intellettuale. Oggi, l’informazione più preziosa è rappresentata dalla conoscenza, che non appartiene all’Ente, ma alle persone e che potrà essere sviluppata solo attraverso percorsi formativi di apprendimento continuo, motivazione e valorizzazione delle risorse umane. Operando in questa direzione, si arriverà a concludere un ciclo di studio e analisi, che non rappresenterà la fine di un processo, ma un nuovo e più stimolante inizio, perché come disse Paul VALERY (1871/1945) più di cinquant’anni fa: «Il guaio dei nostri tempi è che il futuro non è più come una volta».
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Semplice2/Febbraio 2009 con il titolo «Controllo di Gestione: dal feedback al feedforward»

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