31 January 2017

Tirare le somme o tirare a campare? Meglio tirare i dadi!

Un altro anno si è appena concluso. E come ogni fine anno che si rispetti, è tempo di fare qualche bilancio. In altre parole, occorre tirare le somme, per gli amanti delle statistiche, e tirare a campare, per un numero di famiglie sempre maggiore. Infatti, le prime informazioni che emergono non mettono in evidenza nulla di cui vantarsi, se non quello che possa essere compreso come una forma di percezione di miglioramento della situazione economica. Paradossalmente, però, una prima sintesi di ciò che il periodo appena trascorso ha riservato è quella relativa al volume di affari del gioco d’azzardo. Numeri e indici sui cui riflettere con la massima attenzione, altrimenti si rischia di interpretarli in maniera distorta, sull’esempio del famoso “pollo di Trilussa”. In altre circostanze, al contrario, lo studio e l’analisi dei dati lascia un senso di amarezza in quanto illustra caratteristiche e peculiarità di una società che sembra aver perso il reale significato dei propri bisogni essenziali. Di fronte ad una situazione in cui le risorse, per definizione, sono sempre più scarse, la disoccupazione (con particolare riferimento a quella giovanile) dilaga a dismisura ed il tasso di povertà della popolazione è in crescita, non è certo una notizia confortante leggere che il “fatturato” del gioco d’azzardo ha raggiunto un volume di affari quasi uguale a quello speso dalle famiglie per acquistare prodotti alimentari. Una notizia preoccupante e triste al tempo stesso, che manifesta, con tutta la sua potenza, la disperazione dei cittadini o buona parte di essi, che ripongono le loro speranze sulla buona sorte, piuttosto che su alternative concrete. Ma se la fotografia del periodo appena concluso è questa, come si può continuare a credere che il sistema economico sia ancora investito dalla congiuntura sfavorevole? Come si può sostenere che i salari non consentono alle famiglie di arrivare a fine mese quando buona parte di esse sperpera il reddito nella speranza (assai rara) di essere baciati dalla Dea bendata? Se un nucleo familiare affida il miglioramento del proprio benessere ad un colpo di fortuna ciò è sintomo di qualcosa di veramente preoccupante, di una mancanza di fiducia in un futuro migliore del presente. Ciò che, però, lascia perplessi sono le politiche adottate o meno nella prospettiva di contrastare o limitare questo senso di malessere diffuso. Occorre prendere coscienza che, se non si interviene con riforme radicali per risolvere i problemi sarà, per dirla con le parole degli economisti Nouriel ROUBINI e Stephen MIMH, «come riordinare le sdraio sul ponte del Titanic» (“Crisis Economics. A Crash Course in the Future of Finance”, The Penguin Press, 2010).

Author: Emanuele COSTA
Published by: Il Nuovo Picchio01/Gennaio 2017 con il titolo «Tirare le somme o tirare a campare? Meglio tirare i dadi!».