21 February 2013

L'ultima speranza

La competizione elettorale è ormai giunta al termine. Qualunque sia la sorpresa che scaturirà dalle urne, c'è da augurarsi che non si tratti del solito "pacco"! Miliardi di parole e centinaia di promesse sono state, a più riprese, vomitate sul popolo, per cercare, con le buone o le cattive, di amicarsi il prezioso sostegno dell'ultimo indeciso. L'auspicio è che quel "tasso di stupidità" del Cittadino, cui abbiamo sentito più volte accennare, abbia teso effettivamente a zero. In altre parole, si spera che l'elettore abbia avuto la capacità autonoma (e non riflessa o riportata) di giudicare e valutare con onestà intellettuale la bontà e la veridicità dei proclami emanati dai diversi competitori. Il campo di battaglia delle sfide è stato (e se ne potrà testare la validità dopo la proclamazione del vincitore) quello delle tasse, in quanto argomento maggiormente percepito dai Cittadini, ormai stufi di sentire perennemente in tasca la lunga mano dello Stato. Le tasse rappresentano un tema di forte attualità, uno strumento di civiltà che, se applicate e redistribuite con equità, costituiscono l'essenza della convivenza civile di una nazione. Tuttavia, in presenza di un debito pubblico elevato, è azzardato, se non privo di alcun elemento di credibilità, promettere di ridurle. Nella migliore delle ipotesi, c'è da attendersi che siano mantenute al livello attuale, individuando nella razionalizzazione della spesa pubblica la fonte di una progressiva riduzione dello stock di bond governativi in circolazione. Affermare a più riprese, senza alcun sintomo di stanchezza, che in occasione della personale esperienza governativa non sono mai state aumentate è ancor più grave. Soprattutto se, osservando la situazione ereditata, ci si domanda: "Perché, invece, non è stato fatto?". La risposta è semplice e rasenta la banalità, in modo che non possa trovare albergo in quella percentuale di elettori che ostinatamente si collocano nell'intorno, più o meno ampio, di quel citato "coefficiente di stupidità". Poiché il debito pubblico ha continuato la sua corsa verso l'alto, supportato da un deficit mai azzerato, dovrebbe essere sufficientemente chiaro che alcune spese siano state sostenute senza un'adeguata copertura finanziaria. Un comportamento simile potrebbe definirsi "irresponsabile", in quanto volutamente indirizzato a posticipare all'infinito un problema senza mai affrontarlo direttamente per risolverlo. Durante quel mandato governativo, si è generata una falsa sensazione di benessere per i Cittadini, con la prospettiva, nell'ipotesi di una mancata conferma elettorale, di poterne scaricare le colpe (così come puntualmente è avvenuto) sugli eredi. Accusare il dottore della "cura da cavallo" imposta, dopo che incoscientemente ci si è dati alla pazza gioia senza alcun riguardo per la propria salute, equivale con tutta evidenza a parlare a vanvera. In ogni caso, la speranza è sempre l'ultima a morire. Così se l'Italia nel recente passato ha vissuto agonizzante attaccata ad una macchina governativa che faticosamente l'ha mantenuta in vita, c'è da sperare che, chiunque esca vincitore dalle urne, non decida di staccare la spina!
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: www.tigulliana.org (nella Rubrica "Diritto di Parola") del 16 febbraio 2013 con il titolo «L'ultima speranza»

10 February 2013

Prima che sia troppo tardi

Le ultime vicende politiche hanno contribuito a rendere ancor più evidente come anche in questo campo di attività possa riscontrarsi un’affermazione tranciante di Michael BAR-ZOHAR and Nissim MISHAL riportata nella loro ultima fatica: «La loro illimitata fiducia in sé stessi, unita alle attese eccessive dei loro contatti in patria, si trasforma presto o tardi nella loro condanna» (“Mossad”, Feltrinelli, 2012). Certamente la politica non ha niente a che fare con le affascinanti vicende dei servizi segreti israeliani, anche se la concorrenza è agguerrita se i riferimenti rimandano a quei misteri ed intrecci mai risolti e dipanati dal dopoguerra ad oggi. Eppure, il Belpaese è sempre maestro quando si tratta di far accadere l’impossibile. Coloro che si sono sottoposti alla gogna di una consultazione referendaria interna per veder sancita a furor di popolo la loro legittimità a tirare le redini del futuro governo, si sentono, come d’incanto, baciati dalla Dea della Fortuna, che li galvanizza e li porta a credere di avere già in tasca quell’arma segreta, mai sciabolata in pubblico, che li porterà a trafiggere non solo gli avversari politici, ma anche quegli inermi Cittadini che, accecati dalla luce emanata, non riescono a scorgere che dietro mirabolanti promesse all’italiana, si cela solo ed esclusivamente pura e semplice illusione ottica. Nessun Governo e nessun uomo politico, fatta eccezione di quelli che con metodi e toni da inquisizione sono stati abbandonati al loro triste destino, ha mai avuto la forza ed il coraggio di dire a chiare lettere quali sono i problemi da risolvere ed i sacrifici dolorosi, ma necessari, da compiere per uscire da quelle sabbie mobili in cui l’Italia è sprofondata nonostante il suo stivale. L’ignoranza generale in cui versa la classe politica, unitamente alle strumentalizzazioni elaborate in vista della prossima competizione elettorale, contribuiscono a dare maggiore enfasi alla spinta verso il basso, dando il colpo di grazia a quei personaggi che, nel palcoscenico internazionale, hanno minuziosamente ricostruito la fiducia verso le Istituzioni repubblicane e alimentato la speranza di un popolo che lentamente si stava svegliando da un lungo letargo. Presto o tardi, sarà ricondotto, come le pecore, al pascolo quotidiano per distrarlo dagli intrallazzi di palazzo. Viene, quindi, da riflettere sul perché persone capaci e competenti incutano così tanto timore. L’augurio è che le promesse di una futura ascesa al colle più alto rientrino nella consuetudine di quegli impegni politici destinati a non essere mantenuti. Equivarrebbe ad un metodo alquanto subdolo per eliminare dalla scena politica una persona, impedendogli di esprimere giudizi contro le future decisioni governative ed obbligandola a respirare artificialmente in altri consessi, sotto le mentite spoglie di un alieno super partes. Se questo è ciò che riserverà l’apertura delle urne, allora avremo la certezza di essere chiamati ad una metamorfosi che da pecore ci trasformerà in coccodrilli per rimpiangere l’anno appena trascorso.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato suIl Nuovo Picchio n° 01/Gennaio 2013 con il titolo «Prima che sia troppo tardi»

1 February 2013

Pubblica Amministrazione e scelte pubbliche

Spesso ci interroga sulla bontà delle scelte operate da un Pubblica Amministrazione, ossia se le stesse incontrano gli interessi della Comunità di riferimento oppure se dalle stesse non ne ricava alcun beneficio. Quando poi le decisioni pubbliche impattano sull'ambiente, allora assumono un significato ancora più responsabile perché incidono sull'habitat naturale degli esseri umani e non solo. Per queste motivazioni, al di là del loro contenuto (più o meno ampio, più o meno costoso, più o meno opportuno) è il Cittadino e non la Pubblica Amministrazione che deve farsi garante del rispetto delle regole del vivere civico e, soprattutto, civile. Incriminare sempre le Istituzioni Pubbliche quando prendono posizione su tematiche che impattano sulla vita quotidiana di ogni abitante appare fuori luogo, se si pensa che è un dovere di tutti mantenere e rispettare l'ambiente in cui si vive e non pretendere che sia la Pubblica Amministrazione a far rispettare, oggi o domani, le regole di buona educazione e convivenza civile. Questo, naturalmente, se si ha l'interesse a costruire quella coesione sociale che erroneamente pretende di essere fondata sui diritti e volutamente dimentica i propri doveri.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: http://www.tigulliana.org del 26 gennaio 2013 con il titolo: «Pubblica Amministrazione e scelte pubbliche»