23 March 2013

Una nuova visione della politica

E' ormai trascorso quasi un mese dalla recente competizione elettorale. Come era chiaramente nelle previsioni, il risultato a cui oggi si può guardare è costituito da un insieme vuoto, ma paradossalmente pieno di parole senza alcun significato logico. Discorsi infiniti sul sesso degli angeli per arrivare a conclusioni che poggiano su fondamenta fragili, incapaci di reggere il peso dell'enorme responsabilità che, in un contesto socio/economico come quello attuale, si prospetta all'orizzonte. Eppure, nonostante queste evidenti difficoltà, c'è chi ostenta sicurezza e azzarda l'ipotesi di essere pronto a governare. Con quale maggioranza? Nessuna, perché quella starà comodamente seduta all'opposizione. In altre parole, si cercherà di mettere insieme un Esecutivo, che si assumerà la responsabilità su decisioni che, per contro, saranno votate da una compagine diversa. Con quale programma? Un lista della spesa. Ossia, un elenco di questioni rimaste in sospeso, espresse in forma del tutto generica, senza precisare nel dettaglio modalità e tempi con le quali saranno affrontate e risolte. Con quali risultati? Senza ombra di dubbio, disastrosi! La situazione di impasse che si è creata subito dopo il voto ha contribuito ad elevare la sensazione di nausea verso questa cattiva abitudine di fare politica. Fiumi di parole che, come un torrente in piena, hanno inondato le case degli Italiani, lasciandoli con l'acqua alla gola. Non è più accettabile ascoltare cariatidi della politica proporre "governi di cambiamento". Per poterlo fare, senza alcuna retorica, occorre che a cambiare siano, prima di tutto, le persone, altrimenti si tratta di proporre una minestra non più riscaldata, ma completamente andata a male. L'Italia ha bisogno di energie nuove, di soggetti capaci di reggere il passo del cambiamento continuo, di individui in grado di agire e non reagire agli stimoli provenienti dallo scenario globale. Non servono più politici che fanno fatica a respirare ogni volta che c'è da accelerare i tempi per l'approvazione di un provvedimento in Parlamento o che vanno in paranoia ogni volta che si sposta la punteggiatura in un discorso. Se non si hanno le capacità di accettare sfide (anche culturalmente distanti dal proprio credo) è altrettanto inutile proporre di ritornare a votare. Sarebbe come fare una partita alla roulette russa con un'arma che può contenere solo due proiettili e provare a spararsi di nuovo dopo che il primo colpo ha fatto cilecca. Il risultato sarebbe uno solo: la morte certa. Occorre scatenare una tempesta neuronale tale da mettere in moto una reazione a catena da far esplodere nuove idee, progetti innovativi, filosofie alternative di intendere la politica. E' sempre più sentita l'esigenza di una politica vicina ai problemi reali e non ipotetici dei Cittadini, che sappia ascoltare e smettere di parlare, orientata agli interessi collettivi e non personali, indirizzata ai più deboli e non alle lobby. Se si ha difficoltà a prendere contatto con l'intorno circostante, scendendo definitivamente dal piedistallo dell'onnipotenza, allora è necessario ascoltare il richiamo della foresta e abbandonare la scena, lasciando che altri soggetti prendano in mano le redini del Paese. Persone motivate a cambiare lo status quo, in possesso di idee e non di autorità, abili a muoversi tra le difficoltà provenienti dal mondo esterno, con una visione diversa del futuro, che possano consentire al Paese di fare un salto di qualità. Non serve molto: occorre l'elasticità, la snellezza e l'agilità di un grillo!
AutoreEmanuele COSTA
Pubblicato suwww.tigulliana.org (nella Rubrica "Diritto di Parola") del 23 marzo 2013 con il titolo «Una nuova visione della politica»

16 March 2013

As you make your bed ...

At the end, Italians reached their goal successfully. They carried out their civic duty, showing that the their "stupidity factor" really tended to zero. It is useless hiding the matter, but in any direction the vote was oriented, it was, anyway, a democratic expression of a right recognised and protected by the Constitution. It will be almost impossible to prove the opposite because, beyond the peculiar interests that each citizen sought to defend, persons expressed their votes at the end of an electoral competition during which they had the opportunity to hear amazing promises about a better future, without taxes, less bureaucracy, more welfare. In other words, the perfect equation to have a permission of living in El Dorado! The result of the ballot boxes, however, shows a country hesitant and divided into three groups, with a marginal role, but not decisive, reserved for the centre party. Italy wanted "proudly" show to the world that, in words, was strongly determined to change, but, in reality, it does not want to do it. Those who lived off of private income from birth until now are not willing to give up to do again in the future. Those who lived with hope from birth until now they will have to go on doing the same tomorrow. Those who could not count on private income or hope, they will have sadly to accept that they have no other way than going to live in another country, where rights and duties are strictly recognised and respected. In other words, in every civilised countries except Italy, where everyone has the same opportunities to have their capabilities recognised, allowing them to provide a contribute to both economic and social growth of the community. Those who helped to decide the fate of the country are aware that they are no longer willing to sacrifice for others, having to defend both their power and their influence or to protect selfish interests obtained in the past with all resources, except meritocracy, that is the only one useful to get something. Therefore, the role of the sovereign people has exhausted. Now it is the turn of the elects who, with indifference and ingratitude towards those who chosen them, rambling on political jargon not deciding anything and let the country go adrift. The foundations of instability have been built, the scaffolding will be ready soon and the effects will not be long to be heard. The light at the end of the tunnel, few months ago was fast approaching, now has become much more clear. But it was not the way out of a dark destiny, but the better path to impact against the change which run faster in the opposite direction. During the spring, one will not reach any target, in the summer one will not decide anything because it will be time for holidays, the autumn will knock soon on the door and when one will decide to open it, one will realise that the winter will be already arrived and under the Christmas tree will lack an essential item in the wage slip. This is the fate that Italians chose, now it is the turn of politicians to demonstrate that their "index of stupidity" does not tend to infinity.
AuthorEmanuele COSTA
Published bywww.tigulliana.org ("Diritto di Parola"), 02th March 2013 with the title «Chi causa del suo mal ...»

2 March 2013

Chi causa del suo mal ...

Gli Italiani, alla fine, hanno raggiunto con successo il loro obiettivo. Hanno espletato il loro dovere civico, dimostrando che quel "coefficiente di stupidità" ha teso veramente a zero. E' inutile nasconderlo, ma in qualunque direzione si è orientata la consultazione elettorale, si è trattato, sempre e comunque, di una espressione democratica di un diritto riconosciuto e tutelato dalla Costituzione. Sarà quasi impossibile dimostrare il contrario poiché, al di là degli interessi particolari che ciascun Cittadino ha inteso difendere, ogni persona ha manifestato la propria preferenza di voto al termine di una campagna elettorale durante la quale ha avuto la possibilità di ascoltare promesse mirabolanti di un futuro migliore, senza tasse, meno burocrazia, più benessere. In altre parole, la perfetta equazione per ottenere il permesso di vivere nell'Eldorado! Il risultato emerso dalle urne, però, è quello di un'Italia indecisa e divisa in tre gruppi, con un ruolo marginale, ma non determinante, riservato al centro. Il Belpaese ha voluto "orgogliosamente" dimostrare al mondo intero che, a parole, era fortemente intenzionato a cambiare, ma, nei fatti, non vuole in nessun modo farlo. Chi ha vissuto dalla nascita fino ad oggi di rendita non è disposto a rinunciare di poterlo fare anche in futuro. Chi ha vissuto dalla nascita fino ad oggi di speranza dovrà continuare a farlo a partire da domani. Chi non ha potuto fare affidamento su rendite o speranza dovrà tristemente prendere atto che non rimane altra soluzione che andare laddove diritti e doveri sono rigorosamente riconosciuti e rispettati. In altre parole, in qualsiasi paese civile, diverso dall'Italia, dove tutti alla nascita si trovano di fronte alle medesime opportunità di veder riconosciute le proprie abilità, capacità e competenze, potendo così partecipare a pieno titolo alla crescita economica e sociale della comunità di appartenenza. Chi ha contribuito a decidere le sorti del Paese ha maturato la consapevolezza che non è più disposto a sacrificarsi per gli altri, dovendo difendere a spada tratta quei centri di potere, quelle rendite di posizione e quegli interessi egoistici ottenuti nel tempo con tutte le risorse possibili, fatta eccezione di quella che, altrove, è l'unica per ottenere qualcosa: la meritocrazia! Il ruolo del popolo sovrano si è, quindi, esaurito. Ora la palla passa in mano agli Eletti che, con indifferenza e ingratitudine nei confronti di coloro che li hanno scelti, sproloquieranno in politichese per non decidere nulla e lasciare che il Paese vada alla deriva. Le fondamenta dell'instabilità sono state costruite, l'impalcatura sarà pronta a breve e gli effetti non tarderanno a farsi sentire. La luce in fondo al tunnel, che qualche mese fa si stava avvicinando rapidamente, ora ha assunto connotati decisamente più chiari. Non era la via d'uscita da un oscuro destino, ma la strada per andare ad impattare con un veicolo di cambiamento che marciava a pieno ritmo in senso contrario. In primavera non si raggiungerà alcun risultato, d'estate non si deciderà nulla perché sarà tempo di vacanze, l'autunno busserà presto alla porta e, quando si deciderà di aprirla, ci si renderà conto che l'inverno è già arrivato e sotto l'albero di Natale nelle buste paga dei lavoratori potrà mancare una voce fondamentale. Questo è il destino che gli Italiani hanno scelto, ora spetta ai politici dimostrare che il loro "indice di stupidità" non tenda all'infinito.
AutoreEmanuele COSTA
Pubblicato suwww.tigulliana.org (nella Rubrica "Diritto di Parola") del 02 marzo 2013 con il titolo «Chi causa del suo mal ...»