2 March 2013

Chi causa del suo mal ...

Gli Italiani, alla fine, hanno raggiunto con successo il loro obiettivo. Hanno espletato il loro dovere civico, dimostrando che quel "coefficiente di stupidità" ha teso veramente a zero. E' inutile nasconderlo, ma in qualunque direzione si è orientata la consultazione elettorale, si è trattato, sempre e comunque, di una espressione democratica di un diritto riconosciuto e tutelato dalla Costituzione. Sarà quasi impossibile dimostrare il contrario poiché, al di là degli interessi particolari che ciascun Cittadino ha inteso difendere, ogni persona ha manifestato la propria preferenza di voto al termine di una campagna elettorale durante la quale ha avuto la possibilità di ascoltare promesse mirabolanti di un futuro migliore, senza tasse, meno burocrazia, più benessere. In altre parole, la perfetta equazione per ottenere il permesso di vivere nell'Eldorado! Il risultato emerso dalle urne, però, è quello di un'Italia indecisa e divisa in tre gruppi, con un ruolo marginale, ma non determinante, riservato al centro. Il Belpaese ha voluto "orgogliosamente" dimostrare al mondo intero che, a parole, era fortemente intenzionato a cambiare, ma, nei fatti, non vuole in nessun modo farlo. Chi ha vissuto dalla nascita fino ad oggi di rendita non è disposto a rinunciare di poterlo fare anche in futuro. Chi ha vissuto dalla nascita fino ad oggi di speranza dovrà continuare a farlo a partire da domani. Chi non ha potuto fare affidamento su rendite o speranza dovrà tristemente prendere atto che non rimane altra soluzione che andare laddove diritti e doveri sono rigorosamente riconosciuti e rispettati. In altre parole, in qualsiasi paese civile, diverso dall'Italia, dove tutti alla nascita si trovano di fronte alle medesime opportunità di veder riconosciute le proprie abilità, capacità e competenze, potendo così partecipare a pieno titolo alla crescita economica e sociale della comunità di appartenenza. Chi ha contribuito a decidere le sorti del Paese ha maturato la consapevolezza che non è più disposto a sacrificarsi per gli altri, dovendo difendere a spada tratta quei centri di potere, quelle rendite di posizione e quegli interessi egoistici ottenuti nel tempo con tutte le risorse possibili, fatta eccezione di quella che, altrove, è l'unica per ottenere qualcosa: la meritocrazia! Il ruolo del popolo sovrano si è, quindi, esaurito. Ora la palla passa in mano agli Eletti che, con indifferenza e ingratitudine nei confronti di coloro che li hanno scelti, sproloquieranno in politichese per non decidere nulla e lasciare che il Paese vada alla deriva. Le fondamenta dell'instabilità sono state costruite, l'impalcatura sarà pronta a breve e gli effetti non tarderanno a farsi sentire. La luce in fondo al tunnel, che qualche mese fa si stava avvicinando rapidamente, ora ha assunto connotati decisamente più chiari. Non era la via d'uscita da un oscuro destino, ma la strada per andare ad impattare con un veicolo di cambiamento che marciava a pieno ritmo in senso contrario. In primavera non si raggiungerà alcun risultato, d'estate non si deciderà nulla perché sarà tempo di vacanze, l'autunno busserà presto alla porta e, quando si deciderà di aprirla, ci si renderà conto che l'inverno è già arrivato e sotto l'albero di Natale nelle buste paga dei lavoratori potrà mancare una voce fondamentale. Questo è il destino che gli Italiani hanno scelto, ora spetta ai politici dimostrare che il loro "indice di stupidità" non tenda all'infinito.
AutoreEmanuele COSTA
Pubblicato suwww.tigulliana.org (nella Rubrica "Diritto di Parola") del 02 marzo 2013 con il titolo «Chi causa del suo mal ...»

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