13 January 2013

Pubblica Amministrazione: dove sei?

E’ trascorso più di un ventennio da quando il legislatore nazionale aveva percepito l’importanza del ruolo che una Pubblica Amministrazione efficace, efficiente ed attenta ai bisogni della collettività avrebbe potuto rivestire nello scenario del Paese. E’ in quest’ottica che, nella speranza di conferire un nuovo assetto al Sistema Pubblico, aveva progressivamente partorito, seppure in forma embrionale, i primi provvedimenti in materia, per dare impulso ad un processo di cambiamento invocato da più parti. Normative più o meno organiche che, attraverso successivi lifting fatti di abrogazioni, integrazioni e modifiche all’impalcatura giuridica esistente, si erano proposte di scalfire, con crescente incisività, quelle barriere culturali/mentali caratterizzanti ogni procedimento burocratico adottato dall’Amministrazione Pubblica. Purtroppo, nel corso degli anni, le regole imposte non sono riuscite a produrre gli effetti sperati nella sfera giuridica dei Cittadini, perciò nessuno ha potuto ancora toccare con mano quei benefici che l’autore delle leggi si era prefissato di offrire. Non si deve, tuttavia, commettere l’errore di attribuire il fallimento dell’azione alla complessa e difficoltosa interpretazione dei testi normativi, perché questo va individuato nella mancanza di abilità del vertice politico/amministrativo nel saper approfittare delle opportunità offerte dall’ordinamento giuridico. Le resistenze in questa direzione emergono, con tutta la loro evidenza, quando dietro all’immobilismo amministrativo unitamente all’incapacità decisionale, si nascondono sterili scuse del tipo «la legge non lo prevede» oppure «si fa così, perché si è sempre fatto così», per sfuggire alle pressanti richieste legittime dei Cittadini. E’ incredibile che, per garantire alla Pubblica Amministrazione una gestione ispirata ai principi del “pensare snello” (lean thinking), coloro che hanno la possibilità di adottare decisioni, anziché sfruttare lo spazio di libertà nascosto in ciò che la norma non recita espressamente, preferiscono scatenare tempeste neuronali per ricercare, nella direzione opposta, vincoli e divieti al potenziale sviluppo e benessere sociale. Gli impedimenti che artificiosamente si costruiscono all’interno degli Enti Pubblici sono talmente lampanti che ogni tentativo di miglioramento proposto da risorse umane intellettualmente oneste è oggetto di immediata sanzione da parte del vertice, in quanto una Pubblica Amministrazione efficiente potrebbe costituire una minaccia agli interessi particolari piuttosto che a quelli generali. In questa prospettiva, per dirla con le parole del filosofo tedesco Arthur SCHOPENHAUER «dovunque e comunque si manifesti l’eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla».
AutoreEmanuele COSTA
Pubblicato suIl Nuovo Picchio n° 12/Dicembre 2012 con il titolo «Pubblica Amministrazione, dove sei?»

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