14 May 2012

Turismo locale: occorre cambiare strategia

Nel lungo weekend che ha incorniciato le festività pasquali, si è assistito a un arrivo in forze del turista nel levante ligure come non accadeva da anni. Le motivazioni di questo ritorno di fiamma per le località della riviera non sono però da attribuire, almeno in questa occasione, alla presenza di un clima più mite rispetto ai luoghi di provenienza del flusso. Infatti, se da un lato il sole ha spesso fatto capolino da dietro le nuvole, presenti in gran quantità, abbracciando con il suo tepore la giornata pasquale, dall’altro il meteo ha riservato, alla vigilia, un’inaspettata spolverata di neve sulle alture circostanti, abbassando la temperatura di inizio primavera, quasi a volerne ritardare l’inaugurazione. Quindi, se il tempo non è stato l’attrazione promozionale di cartello, sicuramente le festività hanno facilitato la scelta del turista, che ha trovato nell’offerta tipica ligure un “valore aggiunto” legato a manifestazioni culturali, tradizionali e gastronomiche, che hanno calamitato il gitante in Liguria, anziché dirottarlo verso altri lidi. Si è così scoperto che, con piccoli accorgimenti, il paesaggio della riviera è ancora in grado di trainare lo sviluppo economico di località che hanno trovato la loro ubicazione sulla riva del mare, tragli spazi che le montagne hanno consentito alla natura la possibilità di plasmare uno scenario meraviglioso e all’uomo la capacità di valorizzarlo. La combinazione dell’offerta turistica con eventi di richiamo, dovrebbe far acquisire all’Amministratore pubblico, ma soprattutto a coloro che operano nel settore, maggiore consapevolezza che oggi il turista si è stancato di essere “usato”, essendo più attento non solo alla coreografia del territorio che circonda la vacanza, ma anche al “valore aggiunto” che un paesaggio è capace di offrire. Occorre abbandonare quella convinzione, purtroppo ancora radicata, che il turista sceglie la riviera ligure per dedicarsi solo allo “shopping”, senza avere il minimo interesse verso altre alternative di svago. Prioritariamente, lo fa per fuggire dalla monotonia del posto dove trascorre la maggior parte della sua vita lavorativa e familiare e, quindi, vuole divertirsi. Così se il commerciante tende a salutare con euforia l’istituzione o l’ampliamento di aree pedonali, capaci di attirare un flusso più consistente di persone, incrementando le potenzialità che una parte di loro si dedichi all’acquisto nei negozi che si affacciano sulla strada, deve anche prendere in considerazione che una via di passaggio più larga consente un deflusso più accelerato del turista dopo che ha preso visione dei prezzi esposti nelle vetrine.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Secolo XIX del 27 aprile 2008 con il titolo «Turismo locale: occorre cambiare strategia»

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