5 April 2014

La libertà di espressione non ha prezzo!

Il processo di globalizzazione ha prodotto nella società contemporanea sensibili cambiamenti negli stili di vita dei Cittadini. E' opinione diffusa consolidata come questa apertura al mondo esterno sia la principale responsabile degli attuali problemi economico/sociali. Nulla di più fantasioso si insinua in questa credenza popolare! Infatti, un processo di cambiamento indotto da forze non controllabili implica necessariamente un mutamento radicale nei comportamenti organizzativi, in modo da adeguare il modus vivendi a ciò che richiede il nuovo scenario di riferimento. Il meccanismo di adattamento, però, è duplice. Esso consiste, da un lato, in una reazione, quando si subisce la metamorfosi in atto e, dall'altro, in una azione, quando si partecipa attivamente al nuovo corso. Non è un caso, quindi, se è proprio tra coloro che rispondono passivamente al cambiamento che si trovano i principali detrattori del fenomeno della globalizzazione. Con questo non si vuole colpevolizzare nessuno, ci mancherebbe altro. Però, una breve riflessione è d'obbligo. Se di fronte alla scoperta della ruota una persona persiste nel voler utilizzare le proprie gambe, è libera di farlo, perché nessuno gli imporrà di sfruttare un mezzo di trasporto che viaggia sulle ruote. Tuttavia, questo implica che quell'individuo non ha alcun diritto di criticare gli altri se raggiungono più velocemente, e prima di lui, un punto di arrivo. In sintesi, il processo di globalizzazione non ha fatto altro che ampliare il ventaglio di opportunità senza ostacolare ad alcuno il loro sfruttamento. Pertanto, se un soggetto non è dotato di quella abilità/capacità di trarre vantaggio da una opportunità, non è colpa di chi ha modificato lo stato dell'arte, semmai il problema consiste nell'indagare a fondo il perché quel soggetto non è stato abile/capace di salire sul mezzo di trasporto che passava di lì in quel preciso momento. Detto questo, è abbastanza evidente come il diffondersi di un'idea sbagliata su un argomento sia alla base di una pubblica opinione distorta. Ciò si verifica quando un individuo si ostina a seguire il verbo propinato dal suo "capo", senza mettere in moto quella materia grigia di cui è dotato per ragionare da solo. L'assecondare ciecamente chi crede ambiziosamente di essere un leader, senza mai metterne in discussione il pensiero, è sintomo di un difetto di personalità che spinge un soggetto a comportarsi come marionetta, lasciandosi manovrare a piacimento dal tessitore delle fila. E questa debolezza costituisce la prova provata che il virus è stato contratto. In altre parole, come sostiene il biologo Clinton Richard DAWKINS ("Viruses of the mind", 1991), le idee si propagano da mente a mente come i virus da ospite a ospite. Ciò significa che per avere successo un'idea non deve essere vera o utile purché abbia quello che serve per propagarla. Il veicolo di trasmissione è rappresentato da quell'esercito di marionette che in occasione di una competizione elettorale si prostrano di fronte al "caro leader", senza rendersi minimamente conto di essere usati all'occorrenza per fini personali e di essere stati abusati quando non più di utilità. Ecco perché la libertà di espressione non ha prezzo. L'abbandonare corpo e mente per soddisfare mire ambiziose di chi pensa di avere in tasca la ricetta della verità è la principale forma di violenza nei confronti di sé stessi. E se manca questa componente di rispetto per sé stessi in uno dei candidati della lista, come si potrà pretendere che questo abbia, un domani, rispetto degli altri, ossia dei Cittadini? Per contro, un candidato alla guida di un Paese che non accetta critiche di sorta alle sue strategie operative, quali capacità di ascolto potrà avere, un domani, verso le istanze del popolo che mira a governare? Il saper cogliere i benefici che si celano dietro ogni manifestazione di dissenso è una qualità rarissima. Ovviamente, non tutte gli appunti corrispondono a verità e, spesso, contengono errori. Se così non fosse, allora per quale ragione il poeta Rabindranath TAGORE aveva affermato: «Se si chiude la porta a tutti gli errori, anche la verità resterà fuori»? Non è un caso se qualche tempo addietro il discepolo Zilu chiese a Confucio in che modo servire il proprio principe, per ottenere come risposta: «Lungi dal volerlo ingannare, opponiti a lui quando sei nella verità» ("I Dialoghi", 479 B.C. - 221 B.C.). Per queste ovvie considerazioni, gli appartenenti all'esercito di marionette che si pongono al seguito di chi ambisce alla leadership di un Paese, invece di ingegnarsi nel riportare in maniera distorta le opinioni di terzi per il solo scopo di denigrare un oratore, dovrebbero, al contrario, imparare a far tesoro del XIII editto di Erragudi: «Un uomo non deve riverire la propria setta o disprezzare quella di un altro uomo senza ragione. Solo per ragioni ben determinate si dovrebbe disprezzare, perché le sette degli altri meritano tutte reverenza, per una ragione o per l'altra. Così facendo un uomo esalta la propria setta e nello stesso tempo rende un servizio alle sette di altre persone. Facendo il contrario, un uomo danneggia la propria setta e rende un cattivo servizio alle sette degli altri. Infatti, chi riverisce la propria setta mentre disprezza le sette degli altri per puro attaccamento alla sua, e con l'intento di accrescerne lo splendore, in realtà con questa condotta infligge alla propria setta la più grave delle ferite». A questo punto, dovrebbe essere ormai noto come comunicare con soggetti dotati di una differente cultura e saperla apprezzare non è fonte di vergogna o disonore. Lo stesso Rabindranath TAGORE aveva affermato: «Ogni prodotto umano che comprendiamo e di cui godiamo diventa immediatamente nostro, quale che sia la sua origine». Le persone dotate di un certo livello culturale sono abituate a dissentire ed è proprio quello che fanno quando se ne presenta la necessità (non l'opportunità). Per questo motivo un candidato che si appresta a guidare un Paese che non sappia cogliere il significato del dissenso non è idoneo alla carica cui ambisce, perché potrà eliminare le critiche solo adottando misure repressive, tipiche di un regime autoritario. E di questo i Cittadini è bene che ne siano consapevoli, prima di depositare la propria preferenza nell'urna.
AutoreEmanuele COSTA
Pubblicato suwww.tigulliana.org (nella Rubrica "Diritto di Parola") del 05 aprile 2014 con il titolo «La libertà di espressione non ha prezzo!»

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