2 August 2012

Politica monetaria espansiva: giù la maschera!

Come volevasi dimostrare, non è iniettando liquidità sul mercato che automaticamente si genera la crescita economica, anche perché quella massa monetaria, generosamente elargita al sistema creditizio, è servita solo ed esclusivamente a mettere in sicurezza le banche sotto il profilo della solvibilità. Infatti, di quella immensa torta di moneta, al sistema produttivo non è arrivata una briciola. Se, al contrario, fosse giunto qualcosa, allora sarebbe sufficiente guardarsi intorno per appurare che non ha indotto alcun beneficio. Quindi, c’è da chiedersi: siamo sicuri che la BCE (Banca Centrale Europea) è intervenuta sul mercato inondando di liquidità il sistema economico? Oppure, si è trattato di un fuoco di paglia, ossia di una operazione mascherata da altre finalità? Sono solo esempi, ma servono per far riflettere, il sostegno alle quotazioni dei titoli del debito pubblico è stato immediatamente sterilizzato per evitare degenerazioni inflazionistiche. Non solo! Ci sono altri effetti sottesi a quella operazione che anziché provocare benefici, nel lungo periodo rischiano di aggravare ulteriormente la situazione in cui versa il sistema economico. In primo luogo, gli interessi sul debito sovrano non sono più riversati sul mercato (per il tramite dei soggetti che li detenevano: banche, imprese, cittadini), ma incamerati nei forzieri dell’Istituto Centrale Europeo che ora li ha in portafoglio, con conseguente assorbimento di risorse dal mercato. In alternativa, per cercare di tamponare questo inconveniente, la BCE potrebbe decidere di ricollocare sul mercato (attraverso la loro vendita) i bond acquistati durante il periodo in cui erano forti le tensioni indotte dalla speculazione finanziaria internazionale. In questa circostanza, lo scenario apparirebbe ancora più grave del precedente, poiché, oltre ad incassare gli interessi nel frattempo maturati, realizzerebbe cospicue plusvalenze, grazie a quotazioni ben più favorevoli rispetto a quelle esistenti all’epoca degli acquisti. Il risultato finale sarebbe quello di drenare un’ingente massa monetaria, aggravando la respirazione di un mercato ormai asfittico. Infine, come ultima opzione (o, meglio, ultima spiaggia) l’Istituto guidato da Mario DRAGHI potrebbe allungare i tempi dell’agonia per effetto della politica monetaria messa in campo, lasciando giungere a naturale scadenza il portafoglio costituito dai titoli del debito sovrano. In quel contesto, lo stock del debito pubblico sarebbe rimborsato dagli Stati sovrani alla pari, con conseguente realizzazione di un ingente surplus derivante dalla differenza fra i corsi dei titoli al momento del loro acquisto (notevolmente al di sotto del loro valore nominale) e quello di rimborso (pari, appunto, al loro valore facciale). A conti fatti, sembrerebbe che la politica monetaria messa in campo dalla BCE sia stata restrittiva, mascherata da espansiva, con il rischio di portare il mercato verso un’ulteriore contrazione della domanda aggregata accompagnata, questa volta a ragion veduta, da un regime inflazionistico più elevato.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Nuovo Picchio7/8 Luglio/Agosto 2012 con il titolo «Politica monetaria espansiva: giù la maschera!»

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