In un sistema economico nel quale le variabili in
gioco acquisiscono continuamente sempre maggiore dinamicità, la Pubblica
Amministrazione deve convincersi ad abbandonare quel ruolo di spettatore
neutrale, entrando da titolare in campo per adeguare i propri standard operativi alle nuove pretese
della Comunità che rappresenta. Nell’epoca attuale non è più accettabile che il
Settore Pubblico si comporti come un soggetto passivo, aspettando la
manifestazione dei fenomeni per reagire in emergenza, ma deve collocarsi nello
scenario nazionale/locale come principale motore
e promotore del cambiamento. Operando
lungo questa direttrice, sarà possibile guidare il risultato delle proprie
azioni, seguendo un percorso ricercato. E’ necessario, quindi, un atto di
coraggio per prendere le distanze da quelle logiche gestionali antiquate che
accompagnano ancora oggi l’assunzione delle decisioni. In un regime
caratterizzato da turbolenza ambientale, il rispetto di precisi adempimenti
consolidati nel tempo non rappresenta più una formula di successo. Occorre
rivedere gli ingredienti della ricetta, per offrire al Cittadino servizi sempre
più vicini alle reali necessità. Infatti, è riduttivo continuare a classificare
il Contribuente come semplice “utente”,
quando è più aderente alla realtà qualificarlo come “cliente”, avendo maggiore consapevolezza dei bisogni da soddisfare
e, soprattutto, la capacità di operare delle scelte fra alternative. Se in
passato l’omaggio alla norma implicava automaticamente il raggiungimento dei target, oggi l’attenzione deve
convergere sul risultato atteso, ponendo i giusti interrogativi sulle modalità
di raggiungimento e miglioramento. In altre parole, l’usanza di risolvere i
problemi affidando alla prassi la
soluzione deve lasciare spazio all’idea,
che è in grado di disegnare, per ogni necessità, la decisione più appropriata. Per
queste motivazioni, alcune Amministrazioni Pubbliche hanno percepito
l’importanza del Controllo di Gestione come insieme di attività che supportano
le decisioni, in grado di interpretare razionalmente gli output del sistema informativo esistente. In alternativa, si potrebbe
lasciare tutto così com’è ed affrontare i problemi utilizzando le collaudate procedure,
con la consapevolezza che «quando l’acqua
arriverà alla gola, sarà inutile chiedersi se è potabile».
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Semplice n° 9/Settembre 2011 con il titolo «Controllo di Gestione: perché?»
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