Cosa
spinge l'essere umano a fuggire dalla realtà? Nonostante sia
problematico dare una spiegazione a questa reazione comportamentale,
non è, al contrario, difficile individuare l'unica risposta
plausibile: la paura. La
quotidianità dei fenomeni, infatti, fa sì che le situazioni si
evolvano verso un duplice scenario. Da
un lato, emergono i processi di cambiamento che investono la società
civile, dai quali, il più delle volte, si cerca di scappare perché
ci si sente incapaci di adattarvisi. In altre parole, si predilige lo
status
quo,
composto da eventi prevedibili o, nella migliore delle ipotesi, da
assenza di novità. La mancata capacità di adattare il proprio modus
vivendi
all'ambiente circostante crea quel senso di angoscia che orienta
l'uomo ad allontanarsi dal potenziale pericolo in quanto, sentendosi
preda del cambiamento, cresce la paura di affrontarlo in prima
persona. Dall'altro,
affiora la verità dei fatti, i cui meccanismi appaiono tanto
paradossali da scatenare nella mente umana una forma automatica di
rigetto. Questo avviene perchè se quella circostanza fosse
confermata, metterebbe in discussione la solidità di
quell'impalcatura sulla quale poggia il consenso. La paura prende,
così, il sopravvento, scatenando reazioni incontrollabili che
spingono il corpo a manifestare, in forma verbale o attraverso i
movimenti, il significato del proprio pensiero in quel preciso
momento. Eppure
tutto si potrebbe evitare se, prima di farsi cogliere da istinti
primordiali, ci si fermasse un istante, trasformando la paura in una
grande opportunità. Sarebbe sufficiente chiedersi per quale ragione
ci sono persone che insistono con caparbietà nella ricerca del
cambiamento oppure perché ve ne sono altre che, mettendo in pericolo
la propria vita, continuano ostinatamente a lottare per far emergere
la verità. E' veramente importante
riflettere su questi due interrogativi. Altrimenti, ci si dovrà
rassegnare al fatto che, nell'approfondire gli studi sul
comportamento umano, aveva ragione lo storico dell'economia Carlo Maria CIPOLLA quando scrisse la Terza Legge della "Teoria della stupidità
umana": «Una persona è stupida se causa un danno a un'altra
persona o a un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per
sé o addirittura subendo un danno».
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Futurista del 29 novembre 2011 con il titolo «Il rischio di avere paura»
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