Non
c'è miglior strategia per nascondere una notizia inquietante che
quella di renderla pubblica, distraendo, però, i lettori con altre
informazioni e/o pettegolezzi che, solitamente, rappresentano
l'ultima moda del periodo estivo. Il riferimento è alla situazione
debitoria dei Comuni su base nazionale, augurandomi che quella locale
possa costituire una best
practice,
se non, addirittura, ergersi ad eccellenza sotto il profilo
meritocratico della sana gestione finanziaria. La stessa Magistratura
contabile mette in luce evidenti criticità che emergono dai bilanci
comunali: un debito accumulato nel tempo che oggi sfiora i 62
miliardi di euro,
con la conseguente media pro-capite che va a collocarsi in un intorno
ristretto ai 1.100,00
euro,
che sale a 1.300,00
euro
se si considera anche l'impatto delle Province. L'allarme lanciato
dalla Corte dei Conti investe, soprattutto, non l'entità del debito,
ma la sua sostenibilità futura, il cui onere è, oggi, sempre più
coperto attingendo a risorse straordinarie, pur gravando interamente
sui Cittadini. Se oggi non fossimo a fare i conti con una crisi
economica che drena sempre più i redditi personali, l'alternativa
sarebbe costituita dalla leva fiscale. Se fosse azionata, alto
sarebbe il rischio di trasformarla in un boomerang
per l'Amministrazione Locale. I Cittadini, purtroppo, non partecipano
alle decisioni politiche del Sindaco, limitando la manifestazione del
loro pensiero nell'urna elettorale al momento del voto. Il Primo
Cittadino, una volta investito del mandato, è legittimato a prendere
decisioni. Queste, però, dovrebbero consapevolmente e
responsabilmente rispecchiare l'interesse collettivo. Il continuo
ricorso all'indebitamento per risolvere i problemi locali o per
attuare investimenti non produttivi, certamente non sembra andare
nella giusta direzione. I Cittadini si trovano sempre più indebitati
per scelte non dipendenti dalla loro volontà e senza poterne trarre
alcun beneficio. Perché non viene spiegata ai Cittadini la politica
degli investimenti mettendoli anche al corrente degli oneri che,
sotto forma di quota capitale e interessi, gravano sulle loro tasche?
Probabilmente, perché il cosiddetto "effetto
Trilussa"
sarebbe svelato.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: http://cambiamentoorg.blogspot.com il 19 agosto 2010 con il titolo «Qual è l'effetto dell'indebitamento locale?»
Democratizzare i Bilanci delle Pubbliche Amministrazioni!!!
ReplyDeleteDa quando la Finanza è entrata nei Bilanci delle Pubbliche Amministrazioni il Dissesto è diventato da strutturale a cronico ... per divenire ... ahinoi ... mortale!!!
Ogni forma di indebitamento "improduttivo" è diabolica!!! Giuseppe Morelli