Sono anni che le statistiche relative alle presenze
turistiche nel levante ligure registrano una parabola
discendente. Nonostante lo sviluppo grafico si possa analizzare
secondo le convenienze o interpretare a piacimento con l’ottica di sponsorizzare
ottimismo tra gli operatori, l’informazione che ne scaturisce è
preoccupante: il turista è sempre meno attratto dalla riviera. Anziché
interrogarsi sulle possibili motivazioni che lo spingono ad orientarsi
verso altri lidi, si preferisce congetturare sui numeri, per trovare
conforto in affermazioni vuote di qualsiasi significato, ma che esprimono,
in tutto il loro splendore,il risultato della politica turistica: «Stiamo meglio
di chi sta peggio». È altrettanto interessante leggere i commenti
degli addetti, sia imprenditoriali, sia politici. Ci si meraviglia del
dato consuntivo, ma si fatica a percepirne le possibili cause. Oggi è
più semplice addossare la colpa a un meteo poco clemente, mentre
domani altri fattori saranno ritenuti responsabili del calo
attrattivo della Liguria. Peccato sia anche troppo facile accorgersi
di un evento quando ormai si è verificato per manifestare
incredulità: occorre chiedersi preventivamente come agire e non
reagire. Non serve affrontare la crisi del turismo ligure a fine
stagione, occorre attivarsi in anticipo con politiche efficaci per
poi a posteriori effettuare un’analisi critica sulla validità delle scelte
strategiche. Allo stato attuale, quello che preoccupa è la
persistente crisi economica: il turista è sempre più attento
all'aspetto monetario della vacanza piuttosto che ad altre qualità che
fanno da cornice. Se altre località a vocazione turistica (Nordest e
Dalmazia) registrano il “tutto esaurito”, con enorme
sorpresa ci si accorgerà che il settore turistico non è in crisi,
perché le persone non rinunceranno mai, anche in periodi di depressione,
alle ferie lontano dalla quotidianità. Le ragioni per cui in altri luoghi
emerge una situazione migliore è perché il turista all'arrivo non è
aggredito da tariffe proibitive dei parcheggi, dall'assenza di sorrisi
quando entra in un locale, dalla mancanza di servizi che conferiscono alla
vacanza un maggior valore. Il turista in Liguria non è più “mordi e fuggi”, semmai
è stato morso (dai prezzi) ed è fuggito altrove. In un’epoca in cui
tutti (dai più giovani agli anziani) passano l’estate a mandarsi messaggi
dalle più ridenti località di villeggiatura accompagnati dai simpatici “smile”,
immaginatevi di mandare un sms promozionale dalla Liguria:
estrapolatela dal contesto del mondo e immaginatevi la Terra come un viso.
Secondo voi sorride?
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Secolo XIX del 24
agosto 2008 con il titolo «Il
turista in Riviera: morso e fuggito?»
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