Alla resa dei conti, ciò
che era nelle aspettative del Governo è stato praticamente
disatteso. Non ci voleva un pozzo di scienza per prevedere che un
aumento dei redditi familiari non avrebbe avuto alcuna ripercussione
positiva sul livello dei consumi. Il sistema economico italiano è,
da qualche anno, agonizzante e la paralisi è prossima se non si
interviene coraggiosamente in modo serio con politiche pubbliche
credibili nei fatti e non solo a parole. Il bonus IRPEF di
ottanta euro non ha contribuito a generare quella che, in gergo
economico, è chiamata "the big push" (ossia,
"la grande spinta") per allontanarsi da quel circolo
vizioso recessivo verso il quale il Paese si sta pericolosamente
dirigendo. Quella gratifica in busta paga, erogata a favore dei
redditi mensili inferiori ai millecinquecento euro, non è stata
utile nemmeno per prendere una vigorosa rincorsa, figuriamoci,
quindi, quale forza possa aver avuto la conseguente spinta! Ancora
una volta, la diligenza del buon padre di famiglia ha preso il
sopravvento, facendo sì che quelle risorse aggiuntive siano state
accantonate in attesa di tempi migliori o come potenziale salvagente
qualora la congiuntura economica volga al peggio. In altre
circostanze, gli ottanta euro sono stati destinati al pagamento dei
debiti contratti per i consumi effettuati in passato, considerando
che, in media, circa il 40% degli italiani ha acquistato a
rate. In sintesi, il benefit ricevuto non è stato utilizzato
per quel target che l'Esecutivo si era prefissato. A
differenza del comportamento organizzativo in auge tra i gestori
della res publica, le famiglie hanno preferito utilizzare la
maggiore entrata in modo alternativo rispetto ad un aumento della
spesa. I contribuenti, nel loro piccolo, hanno messo mano al bilancio
senza avere bisogno di alcuna consulenza per operare una spending
review su scala ridotta. In tutta questa storia, però, c'è
qualcosa che non torna e che potrebbe rivelarsi un ulteriore
boomerang sui consumi. In altre parole, quel bonus
IRPEF potrebbe essere stato erogato anche a coloro che ne avevano
diritto su base mensile, ma non gli spettava su base annuale (ossia
prendendo in considerazione, nel calcolo, anche la tredicesima). In
questo caso, tutto si potrebbe tradurre, a fine anno, in un'amara
sorpresa. Una vera e propria doccia fredda che, per effetto del
conguaglio fiscale di dicembre, si rovescerà in testa a coloro che
hanno beneficiato, nel corso dell'anno, degli ottanta euro pur non
avendone alcun diritto. Così, chi credeva di aver scoperto l'acqua
calda per far ripartire i consumi, in definitiva potrebbe aver
gettato le basi per una loro ulteriore contrazione, che impatterà
proprio a fine anno quando le famiglie si troveranno in tasca una
minore retribuzione. Se poi il prospettato aumento dell'IVA ridotta
andrà in porto, allora il bonus IRPEF potrebbe tornare al
mittente anche in misura superiore a quello percepito.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Nuovo Picchio n° 11-12/Novembre-Dicembre 2014 con il titolo «Doccia fredda? ... Non per beneficenza!»
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