Le
ultime vicende politiche hanno contribuito a rendere ancor più
evidente come anche in questo campo di attività possa riscontrarsi
un’affermazione tranciante di Michael BAR-ZOHAR and Nissim MISHAL
riportata nella loro ultima fatica: «La
loro illimitata fiducia in sé stessi, unita alle attese eccessive
dei loro contatti in patria, si trasforma presto o tardi nella loro
condanna» (“Mossad”,
Feltrinelli, 2012). Certamente la politica non ha niente a che fare
con le affascinanti vicende dei servizi segreti israeliani, anche se
la concorrenza è agguerrita se i riferimenti rimandano a quei
misteri ed intrecci mai risolti e dipanati dal dopoguerra ad oggi.
Eppure, il Belpaese è sempre maestro quando si tratta di far
accadere l’impossibile. Coloro che si sono sottoposti alla gogna di
una consultazione referendaria interna per veder sancita a furor di
popolo la loro legittimità a tirare le redini del futuro governo, si
sentono, come d’incanto, baciati dalla Dea della Fortuna, che li
galvanizza e li porta a credere di avere già in tasca quell’arma
segreta, mai sciabolata in pubblico, che li porterà a trafiggere non
solo gli avversari politici, ma anche quegli inermi Cittadini che,
accecati dalla luce emanata, non riescono a scorgere che dietro
mirabolanti promesse all’italiana, si cela solo ed esclusivamente
pura e semplice illusione ottica. Nessun Governo e nessun uomo
politico, fatta eccezione di quelli che con metodi e toni da
inquisizione sono stati abbandonati al loro triste destino, ha mai
avuto la forza ed il coraggio di dire a chiare lettere quali sono i
problemi da risolvere ed i sacrifici dolorosi, ma necessari, da
compiere per uscire da quelle sabbie mobili in cui l’Italia è
sprofondata nonostante il suo stivale. L’ignoranza generale in cui
versa la classe politica, unitamente alle strumentalizzazioni
elaborate in vista della prossima competizione elettorale,
contribuiscono a dare maggiore enfasi alla spinta verso il basso,
dando il colpo di grazia a quei personaggi che, nel palcoscenico
internazionale, hanno minuziosamente ricostruito la fiducia verso le
Istituzioni repubblicane e alimentato la speranza di un popolo che
lentamente si stava svegliando da un lungo letargo. Presto o tardi,
sarà ricondotto, come le pecore, al pascolo quotidiano per distrarlo
dagli intrallazzi di palazzo. Viene, quindi, da riflettere sul perché
persone capaci e competenti incutano così tanto timore. L’augurio
è che le promesse di una futura ascesa al colle più alto rientrino
nella consuetudine di quegli impegni politici destinati a non essere
mantenuti. Equivarrebbe ad un metodo alquanto subdolo per eliminare
dalla scena politica una persona, impedendogli di esprimere giudizi
contro le future decisioni governative ed obbligandola a respirare
artificialmente in altri consessi, sotto le mentite spoglie di un
alieno super partes.
Se questo è ciò che riserverà l’apertura delle urne, allora
avremo la certezza di essere chiamati ad una metamorfosi che da
pecore ci trasformerà in coccodrilli per rimpiangere l’anno appena
trascorso.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Nuovo Picchio n° 01/Gennaio 2013 con il titolo «Prima che sia troppo tardi»
Pubblicato su: Il Nuovo Picchio n° 01/Gennaio 2013 con il titolo «Prima che sia troppo tardi»
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