Negli
ultimi giorni si sono sprecati gli inviti alle Istituzioni
sull'opportunità o meno di festeggiare la ricorrenza della Festa della
Repubblica. Le motivazioni, ormai note a tutti, erano quelle di
risparmiare una spesa per un evento simbolico, per destinare le risorse
ad una più proficua attività di ricostruzione nelle zone colpite dal
sisma. Un'occasione, come molte altre in passato, che coloro che
decidono nel nostro Paese si sono lasciati sfuggire. D'altronde, è
superfluo sottolinearlo, è così che funziona l'Italia: nel piccolo è
possibile toccare con mano il senso di disagio collettivo, mentre su
scala nazionale lo si percepisce osservando i comportamenti della classe
dirigente. La tragedia emiliana è stata l'ennesima dimostrazione che di
spirito unitario, nel senso costituzionale del termine, è rimasto ben
poco, soprattutto per quella Casta che dovrebbe farsi portavoce dei
principi di solidarietà su cui fonda le proprie radici la coesione
sociale. Invece, anche in questa circostanza, gli "eletti" si sono ben
guardati di preoccuparsi dell'interesse generale. Come si può pensare di
risolvere i problemi se questi sono perpetuamente rimandati a data da
destinarsi? Anziché dimostrare al mondo che finalmente la classe
politica ha imparato la lezione che la crisi economica sta insegnando,
mettendo definitivamente una pietra tombale sopra quegli sprechi di
risorse che soddisfano solo ed esclusivamente i loro bisogni, hanno
nuovamente preferito dare il meglio di ciò che sanno fare. E' inutile,
poi, chiedersi perché alle ultime elezioni amministrative
l'astensionismo l'ha fatta da padrone ed i partiti politici sono stati
soppiantati da movimenti di protesta. E' altrettanto inutile domandarsi
perché lo spread continua a salire quando da un lato si chiedono
sacrifici e dall'altro si sperperano le risorse per festeggiamenti
decisamente fuori luogo. E' ancor di più inutile interrogarsi sul perché
l'Italia non cresce, quando si adottano misure che contengono di tutto
tranne incentivi allo sviluppo economico. E' sufficiente limitarsi a
verificare quale decisione illuminata è stata adottata per fronteggiare i
danni subiti dal sisma: un'ulteriore addizionale sul costo della
benzina. Ma chi pagherà questo onere? I Cittadini, compresi quelli che
hanno perso tutto a causa del terremoto. La Casta politica, invece, non
sarà interessata dal provvedimento perché la benzina che consumeranno la
pagherà Pantalone.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: www.tigulliana.org del 02 giugno 2012 con il titolo «Sacrifici paradossali»
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