Ogni volta
che la stampa riporta notizie sui criteri di gestione della res
publica, una domanda sorge spontanea: «Chi
è l'autore dell'articolo?». L'interrogativo
sembra banale perché è sufficiente avere la pazienza di leggerne il
contenuto per scoprire, dopo la punteggiatura finale, chi l'ha
scritto. Il problema, tuttavia, non si risolve con questo minimo
impegno mentale, perché se si ignorano i meccanismi usati
nell'amministrazione dei beni pubblici, erroneamente si è portati a
credere, senza alcuna colpa, alle parole impresse nero su bianco sul
quotidiano acquistato, confidando sul fatto che le stesse
corrispondano a verità. Spesso, però, chi scrive non è a
conoscenza se le procedure adottate e gli strumenti utilizzati per
garantire la massima trasparenza siano conformi alla normativa
vigente ed idonei ad assicurare il raggiungimento degli scopi
prefissati. Questo si verifica perché il soggetto deputato al
racconto di un episodio ripone la massima fiducia nel testo del
comunicato stampa divulgato da quell'Ente interessato a diffondere
uno specifico messaggio. Ecco perché se si ha l'intenzione di
entrare nel dettaglio del percorso seguito per individuare un
potenziale contraente, è meglio stendere un velo pietoso. L'articolo
pubblicato potrebbe correre il rischio di alterare la realtà dei
fatti, attribuendo impropriamente agli Amministratori particolari
abilità e capacità nel risolvere questioni delicate. Se poi si
esagera negli elogi, assimilando queste peculiarità a quelle di un
individuo dotato di assi nella manica, allora è necessario iniziare
a preoccuparsi seriamente. Infatti, amministrare il patrimonio
pubblico richiede non solo serietà, ma anche etica e moralità.
Questo non vuol dire comportarsi come giocatori d'azzardo nella
speranza di portare a casa una consistente posta in palio, a meno che
non si abbia la certezza di vincere. Circostanza che è riservata
solo a quei soggetti che, in partenza, sono coscienti di avere un
asso nella manica, ossia i bari, per sfuggire al rispetto delle
regole del gioco, che in ambito amministrativo pubblico si chiamano
leggi. La Pubblica Amministrazione, a maggior ragione, non deve
sfruttare l'asimmetria informativa a proprio vantaggio, altrimenti
metterebbe a repentaglio l'osservanza del principio di trasparenza
che deve guidare l'intera azione amministrativa. Pertanto, gli Uffici
non dovrebbero improntare la propria condotta al moral
hazard, anche se gli stimoli (o le pressioni)
ad operare in tal senso provengono dalla componente politica. Si
rischierebbe di generare quel conflitto di competenze che,
nell'ingerenza degli Amministratori nella gestione, rappresenta il
principale elemento di disturbo del buon andamento e imparzialità
dell''azione amministrativa sancito dalla Costituzione. Se così
fosse, sarebbe opportuno sollecitare l'apertura di un'indagine
approfondita sul modus operandi
degli Amministratori pubblici, per verificare se combacia con le
norme vigenti. In caso contrario, l'azzardo sarebbe perpetuato
rendendo pubbliche l'adozione di decisioni per raggiungere un
obiettivo, ma perseguendo, in realtà, altre finalità senza
comunicarle a nessuno.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: www.tigulliana.org del 15 ottobre 2011 con il titolo «Chi è l'autore dell'articolo?»
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