Le notizie dell’ultima
ora hanno palesemente dimostrato che tutti i movimenti
“rivoluzionari” in Europa sono destinati a fallire miseramente
nella loro ideologia, anche se fatta di buoni propositi. Le
Istituzioni finanziarie e, oltre ogni misura, la Germania hanno
esternato senza mezzi termini la potenza della loro forza, riuscendo
a piegare il timido tentativo del Governo ellenico di imporre una
svolta alle relazioni economiche tra i diversi Partner
dell’Unione Europea. Da questo comportamento, l’unico vincitore è
colui che ha abbandonato la scena: l’ormai ex Ministro delle
Finanze greco Yanis Varoufakis perché ha tolto la maschera a quella
che è diventata oggi l’Unione Europea. Il suo modo di fare
politica e, soprattutto, il suo approccio teorico all’economia non
hanno scalfito minimamente il muro eretto dai creditori
internazionali. In altre parole, tutta la vicenda ha dimostrato che
non è interesse dell’Unione Europea produrre benefici per tutti,
qualcuno deve soccombere od essere umiliato sulla pubblica piazza. La
diatriba è riuscita a mettere a nudo una triste realtà. Non ha più
senso parlare di unione tra vari Stati per perseguire un ideale
comune, ma di una adesione virtuale dei vari Stati alla Germania per
la tutela degli interessi di quest’ultima. Eppure gli sforzi
richiesti al popolo greco non sono poi così distanti da quelli cui
altri paesi aderenti all’Unione Europea saranno chiamati a compiere
nel prossimo futuro. Alcuni governi, forse, non hanno ancora
percepito di essere già in coda dietro la Grecia. L’attuale classe
politica europea non ha ancora maturato la consapevolezza di non
essere stata in grado di studiare politiche economiche efficaci a
tutela dei più deboli, siano essi singoli individui oppure singoli
Stati. Era più che prevedibile attendersi che l’impatto dirompente
di una fase recessiva andasse a colpire le economie più fragili. Ci
si poteva pensare prima, ma le priorità erano altre anche se non si
è capito quali siano state. “E’ l’economia che cambia il
mondo” (Rizzoli, 2015) così recita il titolo, più che mai
propiziatorio, dell’ultimo libro dell’ex Ministro Varoufakis. E
l’incipit di questo affascinante racconto è ancor più
tranciante: “Tutti i bambini nascono nudi”. Le politiche
economiche europee non hanno contribuito ad unire, ma a dividere. Ciò
è accaduto perché le disuguaglianze tra i popoli si sono sempre più
accentuate negli anni e dilatate a dismisura con la leva della crisi
economica. E così, mentre ogni essere umano viene al mondo senza
veli, quelli che vi albergano già da qualche anno non si sono ancora
resi conto che di questo passo le attuali politiche europee, piene di
egoismo e vuote di solidarietà, non faranno altro che privarli
progressivamente di quelle poche ricchezze disponibili, facendo
presagire un triste destino: “Tutti i Cittadini dell’Unione
moriranno nudi” ... eccetto uno.
Author: Emanuele COSTA
Published by: Il Nuovo Picchio n° o6/Giugno 2015 con il titolo «Non c'è Syriza che tenga»