25 December 2011

Debito sovrano: quale scenario si prospetta?

Recentemente l'Agenzia di valutazione Moody's ha iniziato a mettere il naso dentro la situazione economica italiana, richiamata da circostanze preoccupanti, se non proprio allarmanti. Un contesto che non rassicura né gli investitori internazionali, né quelli domestici. Uno scenario economico/sociale che, con il passare del tempo, è sempre più caratterizzato da una prospettiva incerta, con aspettative ribassiste. Al centro di questi ingredienti si inserisce un contorno politico instabile, che non riesce a dare un'impronta riformista mirata al perseguimento di un interesse collettivo. La ventilata ipotesi di un downgrade per alcune delle maggiori aziende private è sintomatico che ciò che è mera ipotesi di studio, presto si trasformerà in una diagnosi il cui esito assumerà connotati di certezza. Un warning ora annunciato, ma da tempo atteso. La notizia, è inutile nasconderlo, deve indurre ad alcune riflessioni sugli esisti di una politica economica che, se da un lato, ha mantenuto elevata l'attenzione a salvaguardia del debito sovrano, dall'altro, ha ingessato ogni timido tentativo di sviluppo industriale. L'attenta analisi delle motivazioni che hanno spinto Moody's a mettere sotto osservazione alcune imprese private ed istituzioni pubbliche dovrebbe far meditare su quale sarà, al termine della quarantena, il giudizio finale: ossia, l'abbassamento del rating sul debito pubblico. Infatti, se la disamina è limitata a quelle strutture produttive che oggi hanno un coefficiente di affidabilità superiore a quello attribuito allo stock di debito sovrano, è abbastanza scontato che un loro abbassamento implicherà, automaticamente, una rivisitazione di quello che dovrà affiancare i titoli del debito nazionale. L'Agenzia americana ha poi messo sotto stretta sorveglianza anche la situazione debitoria di una ventina di Enti Pubblici (Regioni, Province e Comuni), in altre parole di quelle istituzioni in cui si ramifica l'ordinamento dello Stato a livello territoriale. Sicuramente, l'avvertimento rimarrà inascoltato, scaricando con la tipica usanza nostrana la risoluzione dei problemi sul futuro e contribuendo ad anticiparne gli effetti devastanti. Già nel novembre 2008 veniva ipotizzato che la prossima crisi finanziaria sarebbe partita dagli Enti Locali. Oggi siamo ancora in tempo per porvi rimedio?
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Futurista del 06 luglio 2011 con il titolo «Preoccupa il futuro del debito sovrano» 

No comments:

Post a Comment